4 anni ago

Ultrafast Dynamic Contrast-Enhanced MRI Using Compressed Sensing: Associations of Early Kinetic Parameters With Prognostic Factors of Breast Cancer

Kim, J. J., Kim, J. Y., Hwangbo, L., Suh, H. B., Son, Y., Nickel, M. D., & Grimm, R. (2021). Ultrafast Dynamic Contrast-Enhanced MRI Using Compressed Sensing: Associations of Early Kinetic Parameters With Prognostic Factors of Breast Cancer. American Journal of Roentgenology,217(1), 56-63. doi:10.2214/ajr.20.23457

Link: https://www.ajronline.org/doi/abs/10.2214/AJR.20.23457

In questo studio, gli autori hanno cercato di determinare se i parametri cinetici precoci ottenuti dalla risonanza magnetica dinamica con contrasto ultraveloce (DCE-MRI) mediante compressed sensing, fossero correlati a fattori prognostici di cancro al seno. Duecentouno donne con cancro al seno sono state sottoposte, dal 2018 al 2019, a DCE-MRI e successivo intervento chirurgico. Per ogni lesione mammaria, due radiologi hanno calcolato il tempo di enhancement (TTE) e la pendenza massima (MS). Questi dati erano associati a fattori prognostici istopatologici. Gli autori hanno determinato che i valori di MS erano significativamente più elevati nelle lesioni invasive rispetto al carcinoma duttale in situ. Valori di TTE più brevi erano significativamente associati all’assenza del recettore degli estrogeni ed alle dimensioni tumorali maggiori (maggiori di 2 cm)   (p <.001). Valori di MS più alti erano significativamente associati a tumori di grado 3 istologico (p = 0,01). Gli autori hanno concluso che i primi parametri cinetici della DCE-MRI ultraveloce erano correlati ai fattori prognostici del cancro al seno.

 

Preoperative Breast MRI in Women 35 Years of Age and Younger with Breast Cancer: Benefits in Surgical Outcomes by Using Propensity Score Analysis

Park, A. R., Chae, E. Y., Cha, J. H., Shin, H. J., Choi, W. J., & Kim, H. H. (2021). Preoperative Breast MRI in Women 35 Years of Age and Younger with Breast Cancer: Benefits in Surgical Outcomes by Using Propensity Score Analysis. Radiology,300(1), 39-45. doi:10.1148/radiol.2021204124

https://pubs.rsna.org/doi/10.1148/radiol.2021204124

In questo studio, gli autori hanno cercato di determinare l’impatto della risonanza magnetica mammaria preoperatoria nelle donne di età pari o inferiore a 35 anni attraverso lo studio degli esiti chirurgici. Sono stati esaminati retrospettivamente i dati di 964 donne di età pari o inferiore a 35 anni con cancro al seno tra il 2007 e il 2017. I due gruppi di studio (coloro che hanno ricevuto o non hanno ricevuto la risonanza magnetica al seno preoperatoria) sono stati bilanciati con l’analisi del punteggio di propensione (PS) e la ponderazione della probabilità inversa (IPW). Il 79% delle donne è stato sottoposto a risonanza magnetica al seno preoperatoria. Di queste donne, il 27% ha riscontrato un’ulteriore lesione sospetta ed il 15% di queste pazienti ha avuto un cambiamento nella gestione chirurgica. Il 49% di questo sottogruppo aveva un’ulteriore lesione maligna. Le donne sottoposte a risonanza magnetica al seno preoperatoria avevano un odds ratio più elevato di essere sottoposte a mastectomia totale ed un tasso inferiore di interventi chirurgici ripetuti (OR=1,62 e 0,13, rispettivamente). Tuttavia, gli autori non hanno trovato una differenza statisticamente significativa tra i gruppi per quanto riguarda il tasso complessivo di mastectomia. Gli autori hanno concluso che la risonanza magnetica al seno preoperatoria nelle donne di età pari o inferiore a 35 anni è utile per migliorare gli esiti chirurgici e diagnosticare ulteriori tumori maligni.

 

 

Added Value of MRI for Invasive Breast Cancer including the Entire Axilla for Evaluation of High-Level or Advanced Axillary Lymph Node Metastasis in the Post–ACOSOG Z0011 Trial Era

Byon, J. H., Park, Y. V., Yoon, J. H., Moon, H. J., Kim, E., Kim, M. J., & You, J. K. (2021). Added Value of MRI for Invasive Breast Cancer including the Entire Axilla for Evaluation of High-Level or Advanced Axillary Lymph Node Metastasis in the Post–ACOSOG Z0011 Trial Era. Radiology,300(1), 46-54. doi:10.1148/radiol.2021202683

https://pubs.rsna.org/doi/10.1148/radiol.2021202683

In questo studio, gli autori hanno cercato di determinare l’efficacia di un protocollo di risonanza magnetica standard per valutare le metastasi linfonodali ascellari (ALNM) di alto livello o avanzate e se un’intera risonanza magnetica ascellare avesse potuto fornire ulteriori benefici clinici. 435 donne con carcinoma mammario sottoposte a chemioterapia neoadiuvante (NAC) o ad iniziale intervento chirurgico tra aprile 2015 e dicembre 2016 sono state esaminate retrospettivamente. L’efficacia nell’identificazione di ALNM di alto livello o avanzate, è stata confrontata tra un protocollo RM standard che includeva il cavo ascellare inferiore ed un protocollo RM standard combinato con una RM dell’intero cavo ascellare. Nelle donne sottoposte a protocollo RM standard, cavo ascellare positivo (OR=5,9) ed edema peritumorale (OR=12,3) erano predittori positivi di ALNM. Delle 298 donne senza edema peritumorale e cavo ascellare negativo alla risonanza magnetica con protocollo standard, solo tre donne presentavano ALNM di alto livello. Gli autori hanno concluso che, nella maggior parte delle pazienti con cancro al seno, un protocollo di RM standard esclude in modo efficace la presenza di ALNM di alto livello o avanzato. In caso di cavo ascellare positivo o edema peritumorale, può essere utile un protocollo combinato di RM.

 

 

Beneficial Effect of Consecutive Screening Mammography Examinations on Mortality from Breast Cancer: A Prospective Study

Duffy, S. W., Tabár, L., Yen, A. M., Dean, P. B., Smith, R. A., Jonsson, H., . . . Chen, T. H. (2021). Beneficial Effect of Consecutive Screening Mammography Examinations on Mortality from Breast Cancer: A Prospective Study. Radiology,299(3), 541-547. doi:10.1148/radiol.2021203935

https://pubs.rsna.org/doi/10.1148/radiol.2021203935

In questo studio, gli autori hanno cercato di determinare la relazione tra la mortalità per cancro al seno ed il completamento di due screening mammografici consecutivi prima della diagnosi di cancro al seno. I dati di circa 550.000 donne svedesi raccolti tra il 1992 e il 2016 sono stati esaminati retrospettivamente. Gli autori hanno determinato che le donne sottoposte a due mammografie consecutive prima della diagnosi di cancro al seno avevano un rischio di mortalità per cancro al seno inferiore del 49% (p<0,001). Entro 10 anni dalla diagnosi, queste stesse donne avevano un rischio di morte per cancro al seno inferiore del 50% rispetto alle donne che non si erano sottoposte a due mammografie consecutive. Questi risultati sono stati anche significativamente inferiori nelle donne che hanno subito due mammografie consecutive rispetto alle donne che hanno subito solo una delle due mammografie più recenti. Gli autori hanno concluso che una riduzione più significativa di morte per cancro al seno è stata nelle donne che hanno subito due mammografie consecutive prima della diagnosi di cancro al seno. Le donne che hanno saltato almeno una delle due mammografie consecutive hanno avuto un aumento significativo del rischio di morte per cancro al seno.

 

 

Annual Screening Mammography Associated With Lower Stage Breast Cancer Compared With Biennial Screening

Moorman, S. E., Pujara, A. C., Sakala, M. D., Neal, C. H., Maturen, K. E., Swartz, L., . . . Helvie, M. A. (2021). Annual Screening Mammography Associated With Lower Stage Breast Cancer Compared With Biennial Screening. American Journal of Roentgenology,217(1), 40-47. doi:10.2214/ajr.20.23467

https://www.ajronline.org/doi/abs/10.2214/AJR.20.23467

In questo studio, gli autori hanno confrontato l’approccio terapeutico e le caratteristiche del cancro al seno nelle donne sottoposte a mammografie di screening annuali rispetto a quelle non annuali. I dati di 490 pazienti con diagnosi di cancro al seno tra il 2016 e il 2017 provenienti ​​da un database sul cancro al seno sono stati rivisti retrospettivamente. Duecentoquarantacinque pazienti avevano una frequenza di screening distinguibile e 200 di questi pazienti avevano uno screening annuale. Le pazienti con riscontro di neoplasia in fase avanzata (stadio AJCC II, III o IV) erano 48 su 200 screening annuali, 14 su 32 screening biennali e 20 su 45 screening non annuali. Gli screener annuali avevano anche un diametro medio del tumore significativamente più piccolo (p</=.04) e tumori di intervallo ridotti (p <.001) rispetto agli screener biennali e non annuali. Questi risultati sono stati dimostrati anche nelle donne in postmenopausa. Gli autori hanno concluso che il diametro medio del tumore, i tumori di intervallo e le diagnosi iniziali di cancro al seno in fase avanzata erano significativamente ridotti nelle donne sottoposte a screening annuale rispetto allo screening biennale o non annuale.

 

Quantitative Measures of Background Parenchymal Enhancement Predict Breast Cancer Risk

Niell, B. L., Abdalah, M., Stringfield, O., Raghunand, N., Ataya, D., Gillies, R., & Balagurunathan, Y. (2021). Quantitative Measures of Background Parenchymal Enhancement Predict Breast Cancer Risk. American Journal of Roentgenology,217(1), 64-75. doi:10.2214/ajr.20.23804

https://www.ajronline.org/doi/abs/10.2214/AJR.20.23804

In questo studio, gli autori hanno cercato di confrontare le categorie di enhancement del parenchima di fondo (BPE) assegnate dal radiologo con i valori quantitativi di BPE calcolati mediante algoritmi, nel determinare il rischio di cancro al seno. Novantacinque donne ad alto rischio di cancro al seno sono state incluse in questo studio caso-controllo retrospettivo, di cui 19 donne sono diventate casi dopo aver sviluppato il cancro al seno. Quattro pazienti di controllo sono stati abbinati per età a ciascun paziente. I valori quantitativi di BPE sono stati calcolati mediante un algoritmo utilizzando i dati della risonanza magnetica mammaria dinamica con mezzo di contrasto. Le donne con BPE lieve, moderato o marcato avevano maggiori probabilità di sviluppare il cancro al seno (OR=3.0, p=.07). Una categoria di BPE superiore rispetto al minimo ha avuto un valore AUC di 0,62 nel distinguere i casi dai controlli. Gli autori hanno preliminarmente concluso che i valori BPE quantitativi derivati ​​da algoritmi sono utili nella previsione del rischio di cancro al seno e possono avere performance diagnostiche migliori rispetto alle categorie BPE assegnate dal radiologo.

 

 

Breast tumour volume and blood flow measured by MRI after one cycle of epirubicin and cyclophosphamide-based neoadjuvant chemotherapy as predictors of pathological response

Stevens, W., Farrow, I. M., Georgiou, L., Hanby, A. M., Perren, T. J., Windel, L. M., . . . Buckley, D. L. (2021). Breast tumour volume and blood flow measured by MRI after one cycle of epirubicin and cyclophosphamide-based neoadjuvant chemotherapy as predictors of pathological response. The British Journal of Radiology,94(1123), 20201396. doi:10.1259/bjr.20201396

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34106751/

In questo studio, gli autori hanno cercato di valutare i risultati dell’imaging funzionale per determinare la risposta al trattamento nelle donne con cancro al seno sottoposte a chemioterapia neoadiuvante (NACT). In particolare, gli autori hanno valutato se la diminuzione dell’apporto ematico al tumore dopo un ciclo di NACT fosse correlata ad una risposta positiva al trattamento. Trentacinque donne con cancro al seno sono state sottoposte a risonanza magnetica dinamica con mezzo di contrasto dopo un ciclo di NACT a base di ciclofosfamide ed epirubicina. La risposta soggettiva al trattamento è stata ottenuta con l’intervento chirurgico dopo il completamento della NACT ed è stata poi confrontata con il flusso sanguigno ed i valori di volume del tumore ottenuti dalla risonanza magnetica al seno. Non è stata determinata alcuna relazione statisticamente significativa tra la risposta patologica alla NACT e i valori del flusso sanguigno del tumore. Tuttavia, una risposta positiva al trattamento è stata associata a volumi tumorali più piccoli sia prima che dopo un ciclo di NACT (AUC 0,8 e 0,81, rispettivamente). Gli autori hanno concluso che la dimensione del volume del tumore può essere un migliore predittore della risposta patologica in seguito ad un ciclo di NACT a base di ciclofosfamide ed epirubicina rispetto al flusso sanguigno del tumore.

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